LA GROTTA DEL SS. SALVATORE NELLA FRAZIONE GAURO
Sui monti Picentini, ad una quota di mt. 550 circa sul livello del mare, nel territorio della vetusta frazione Gauro di Montecorvino Rovella, vi è la Grotta del SS. Salvatore, un antichissimo luogo di culto che affonda le sue radici nella notte dei tempi, anche se, nella nostra lunga esperienza maturata nel campo della ricerca storica, non abbiamo rinvenuto documentazioni, memorie o altro dal quale fosse possibile rilevare l’origine del luogo. La sua esistenza è attestata da atti notarili, visite ad limina e bolle del XVII e XVIII secolo, molto tardi rispetto a quella che riteniamo la genesi del luogo che appresso esamineremo. In mancanza di elementi nel 1977, all’epoca di una nostra pubblicazione sulla Frazione Gauro ed in occasione dell’inaugurazione di una lapide dedicata ai fratelli Gaurici ed a Gian Camillo Gloriosi, apposta sulla facciata della locale Chiesa di Sant’Andrea, interrogammo molte persone anziane che ci testimoniarono l’esistenza di una antichissima tradizione già praticata da numerose antecedenti generazioni. In questa frazione, ogni anno, il giorno 6 di agosto o la prima domenica successiva, viene festeggiato il SS. Salvatore sotto l’aspetto civile e sotto l’aspetto religioso. La giornata di festa ha inizio molto presto. Alle sei del mattino una solenne processione, con la presenza della locale Confraternita di Santa Sofia e del Salvatore e con una statua del SS. Salvatore sorretta sulla testa di un fedele che si aggiudica tale onore, si reca sulla sommità del monte Salvatore dopo un percorso molto accidentato e con un sentiero che è ben visibile anche se ricco di vegetazione spontanea. L’arrampicata è notevole, si attraversa prima un uliveto secolare, poi si raggiunge, disagiatamente, un ricco castagneto da attraversare in tutta la sua estensione. Si arriva su di un piccolo pianoro e si notano lungo la camminata segnali (frecce, iscrizioni) dipinti su massi di roccia. Una di queste iscrizioni concede una indulgenza di duecento giorni a chi si reca in pellegrinaggio alla Grotta. Dopo aver attraversato una “grotticella”, conosciuta come “ la cisterna “ o “ a cella “probabile residenza di un custode, di un eremita, che vigilava sul luogo sacro, si sale per circa sessanta metri sino a raggiungere un altro piccolo pianoro che, attraversato, consente di raggiungere l’altro lato della montagna. Si accede su una scala in cemento realizzata nel 1993 ad opera dei fedeli di Gauro (prima era in legno) e dopo un breve sentiero appare la Grotta, ampia, ariosa, bianca tra le rocce bianche. Il luogo è ben pulito, molto ben curato, al centro un altare che riproduce il “ Cristo Trasfigurato”. Dopo aver celebrato la Santa Messa, la processione fa ritorno alla frazione con la stessa solennità con la quale era arrivata al luogo.
SULLA ORIGINE DEL CULTO
La tradizione orale, di cui facevamo cenno all’inizio, ci riferì due versioni:
PRIMA VERSIONE : Sul monte del Salvatore, proprio in quel punto, il Cristo apparve ad un fedele nelle sembianze di un giovinetto con un vestito rosso di martire. Questa apparizione sarebbe avvenuta il giorno 6 agosto, commemorata annualmente con la suddetta cerimonialità. Una statua del Salvatore, riproducente fedelmente l’apparizione, viene esposta nella Chiesa di Sant’Andrea, restituita al culto dopo essere stata seriamente danneggiata dal sisma del 1980.
SECONDA VERSIONE: La statuetta sarebbe stata nascosta da pastori al tempo dell’ICONOCLASTIA promossa da Leone III ( 717 – 741 d.C.) detto l’Isaurico, per impedirne la distruzione, e sarebbe stata rinvenuta il 6 agosto. Ci sbilanciamo ritenendo, a nostro modesto avviso, più attendibile la seconda versione. Difatti, mentre la prima si basa essenzialmente sulla fede e si uniforma alle numerose apparizioni derivanti dalla varie leggende di analoghi luoghi di culto, la seconda ha una provata base storica, confortata da numerosi rinvenimenti avvenuti nelle nostre zone. Da diversi anni, sapientemente, per arricchire la fase civile della festività, è stata associata alla solennità una “ Sagra del Prosciutto “ dove è possibile gustare preziosissime e genuine produzioni locali per la gioia dei palati sopraffini. Per chi volesse approfondire l’argomento, si rinvia ad una ottima pubblicazione realizzata da alcuni encomiabili appassionati di Gauro, molto ben documentata ed esauriente in ogni sua parte.
La foto è tratta da Gauro.it
NUNZIO DI RIENZO
|