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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

LE MISSIONI FRANCESCANE IN CINA

La storia dei francescani in Cina è caratterizzata fin dall'inizio dalla realizzazione di dispensari, ospedali, lebbrosari, scuole, ospizi per i poveri. La prima preoccupazione dei francescani dal Medioevo fu sempre quella di aiutare, di istruire, di pacificare. Un ruolo importante dei primi personaggi del Medioevo fu quello di far conoscere la Cina all'Occidente attraverso le loro relazioni storiche, mediante i loro uffici diplomatici per favorire la pace. Giovanni da Pian del Carpine (1246) fu il primo ambasciatore presso i Mongoli e autore della celebre "Historia mongolorum"; fr. Guglielmo de Rubrück ambasciatore di S. Luigi di Francia ai Mongoli (1252-53), autore del famoso "Itinerarium ad terras orientis". Fr. Giovanni da Montecorvino, il primo missionario cattolico all'epoca della dinastia degli Yuan avvertì subito la necessità dell'istruzione ai fini dell'evangelizzazione. Comprò 40 ragazzi cinesi per istruirli nel canto e nelle lettere, nella lingua dei Tartari, nella conoscenza dei libri sacri, nella recita corale con eccellenti risultati a tal punto che l'imperatore si dilettava nel sentirli cantare. Costruì chiese: 2 a Pechino, 1 a 70 Km. dal Palazzo imperiale, nel 1334 nel villaggio di Hou San-Yu (i cui resti sono stati messi in luce dal governo comunista ed oggi riaperte al culto); nella Mongolia centrale, nel Regno di Tanduk-Tenduk dedicate alla Trinità; conventi, ospizi, insegnava ed infondeva coraggio a quanti s'ingegnavano con la vendita dei loro poveri prodotti per sostentare la loro vita, pacificò l'orda dei Mongoli inducendoli all'obbedienza del Gran Khan. Fr. Andrea da Perugia, Vescovo suffraganeo di Quanzhou, dice di sé nella lettera scritta al guardiano di Perugia, che aveva costruito la Cattedrale, chiese e conventi, case di ritiro ed opere per venire incontro alle necessità dei fedeli locali ed esteri; un centro balneare ed un deposito merci per utilità comune, con la collaborazione di facoltosi veneziani, nonché infermeria e scuola, con l'intento di curare i malati del villaggio. Il Beato Odorico da Pordenone è una figura gigantesca di viaggiatore, esploratore ed osservatore attento dei costumi cinesi, della loro organizzazione famigliare, sociale e militare. Geografi e storici moderni rendono omaggio alla veridicità e all'esattezza dei suoi racconti che apportano un importante contributo alla conoscenza delle relazioni tra l'Europa e l'Asia nel secolo XIV. Egli ci narra che nei suoi viaggi visitò favolose città e trovò qua e là dei confratelli che con grande zelo lavoravano per il bene dei Tartari e Cinesi. Sono di estrema esattezza le notizie che ci ha lasciato del Tibet. Per ordine del suo Superiore, fr. Guidotto scrisse tutte queste cose nel "De Mirabilibus Mundi" nonché una relazione che egli chiama "questo mio librecto" degno di Marco Polo e dei vari "thesauri" medievali. La "Relatio" al vento dell'avventura, affiancata al "Milione" di Marco Polo, fa gola a pirati della penna, come Mandeville o supera i ranghi di "flores" e "thesauri" nel prestigio di antologie medievali. Nel mio colloquio-intervista con il rappresentante dei culti della regione dello Shantung, il Sig. Hsu ebbe a dichiararmi che i Cinesi hanno in grande considerazione fr. Giovanni da Montecorvino ("Montecorvino") che insieme a P. Matteo Ricci, hanno fatto conoscere la Cina all'Occidente. Per questo il periodo della presenza francescana in Cina dal 1294 al 1368 viene studiato nelle Università cinesi. Nell'epoca moderna i francescani hanno continuato a coltivare la letteratura cinese, hanno scritto relazioni preziosissime per la storia di quel popolo, dizionari, grammatiche, trattati di varie discipline. Citiamo alcuni nomi. P. Basilio Brollo da Gemona, uno dei missionari inviati da Propaganda Fide, fu grande sinologo, conoscitore perfetto della lingua locale e compositore di un duplice dizionario, uno latino-cinese e l'altro cinese-latino che per secoli (XVI e XVII) ha rappresentato il vademecum degli studenti stranieri della lingua cinese; P. Carlo Orazii da Castorano, giunto in Cina nel 1698, scrisse numerosi trattati apologetici e politico-religiosi, taluni stampati in lingua cinese. Scrisse inoltre grammatiche in lingua cinese ed un voluminoso dizionario latino-italiano-cinese; Mons. Eugenio Piloti, dal 1750 in Cina, scrisse otto tomi di teologia morale in lingua cinese e latina; Mons. Giuseppe Rizzolati, in Cina dal 1830, scrisse un inedito manuale per il suo clero; P. Salvatore Irtelli da Lanciano (1810-1846) eccellente musico e letterato; Mons. Eligio Cosi da Pontassieve (1870-85) apprezzato autore di un sistema di romanizzazione dei fonèmi cinesi; P. Giuseppe Giraldi toscano di Lasciano (1889) famoso botanico, celebre umanista, morto vittima di carità; Mons. Fabiano Landi (1904-1920), autore di un popolare dizionario italiano-cinese; P. Giovanni Ricci (1921-28) che scrisse molti preziosi lavori storici sulla Cina; fr. Giacomo Tarin a Macao nel 1671, eresse due chiese e molti oratori, e scrisse molte Relazioni ed un trattato "De modo evangelizandi regnum" tradotto in varie lingue; Mons. Natale Gubbels (1874-1950) ebbe grande parte nell'esposizione missionaria mondiale a Roma nel 1925 ed è autore di vari studi monografici e di pratica utilità; Mons. Celestino Ibañez (1951) autore di ottimi studi pastorali e linguistici; Mons. Cirillo Jarre (1952) nello Shantung, traduttore del Diritto canonico in lingua cinese; P. Urbano Devescovi fecondo ed apprezzato scrittore biblista. Chiude la serie dei benemeriti della cultura il Servo di Dio P. Gabriele Maria Allegra. Chiamato dai Superiori a Pechino nel 1941, dopo molte difficoltà nel 1945 fondò lo Studio Biblico francescano ed aiutato dai confratelli cinesi per primo tradusse la Bibbia in lingua cinese. È chiamato a buon diritto il "S. Gerolamo della Cina". La Bibbia del P. Allegra è autorizzata dal governo comunista anche per la Chiesa Patriottica. L'opera di promozione umana e sociale dei francescani si è dispiegata soprattutto nel settore della sanità e della scuola. I frati hanno fondato dispensari, ospedali, infermerie, gerontocomi, lebbrosari e si sono dedicati all'assistenza sociale dei più poveri ed abbandonati. Di particolare importanza è l'attività medico-infermieristica dei francescani spagnoli dal 1732 al 1762. Fr. Martino Palau, medico-chirurgo, esercitò un'intensa opera sanitaria tra gli infermi acquistandosi fama tra i Mandarini e Viceré. Con lui van ricordati il P. Bonaventura Ibañez nel Kiangsi, fr. Emanuele del Ss.mo Sacramento; nella dimora a Macao egli si dedicò all'assistenza ed alla raccolta dei bimbi esposti. Nella stessa città fondarono una bottega-infermeria-dispensario i missionari Camillo Zeller, bavarese, Gianfrancesco della Concezione, Martino Robles e Diego di Gumilla (1760-81), spagnoli, e lavoravano con successo come "medici di corte"; fr. Antonio della Concezione e Cristoforo di San Diego ugualmente lavoravano da medici nella cura degli infermi; fr. García Biagio (1872) esercitò con competenza l'ufficio di medico per gli abitanti del luogo. Nell'esercizio della carità si distinsero Mons. Francesco Saraceni in Cina dal 1717 per le sue opere assistenziali e pastorali, venerato da cristiani e non cristiani a tal punto che questi eressero in suo onore edicole con il suo simulacro; Mons. Antonio M. Sacconi, in Cina dal 1773, che si offrì volontariamente alla prigionia, alla fame e alla morte purché i suoi fedeli non subissero violenze; Mons. Amato Pagnucci (1865-1901) insigne per carità e saggezza. Il corollario dell'opera sanitaria sono i Lebbrosari, fiore all'occhiello dei figli di S. Francesco che per primo si dedicò alla cura dei lebbrosi che costituirono l'avvio della sua conversione. Tre religiosi vanno ricordati tra gli Italiani: P. Placido Albiano, fondatore del Lebbrosario di Mosimien nel Tibet, P. EpifanioPegoraro (1934-35) martire del brigantaggio e P. Pasquale Nadal (1934) insigni missionari ed assistenti dei malati del morbo di Hansen, insieme alle Francescane Missionarie di Maria. All'epoca della chiusura con la "cortina di bambù" vi si curavano 278 pazienti. Altro lebbrosario fu fondato dal Servo di Dio Gabriele M. Allegra a Macao. Dal Concilio Plenario cinese di Shanghai del 1924 sorse la necessità di promuovere, sviluppare e coordinare le opere scolastiche, la stampa e l'Azione Cattolica alle dirette dipendenze del Delegato Apostolico. Fr. Sebastiano di Baeza, spagnolo, che evangelizzò la tribù dei "Flocos", è stato l'istitutore della prima scuola per gli indigeni. Restituì la favella ad un sordomuto e la vita ad una fanciulla morta da tre giorni. Morì a Canton il 21 giugno 1571. Dopo il Concilio di Shanghai, l'attività scolastica ed universitaria si sviluppò in tutti i territori ecclesiastici della Cina e costituì un balzo in avanti nell'apporto dell'Ordine Francescano allo sviluppo della cultura in Cina. In rappresentanza di tutti i Vicariati apostolici affidati all'Ordine nella Cina centrale ed orientale, spicca la figura di Mons. Agabito Fiorentini, nato a Palestrina il 26 settembre 1866, anche perché il suo apostolato di Sacerdote e di Vescovo abbraccia un cinquantennio di storia cinese, dal 1895 al 1941, all'antivigilia della marcia di Mao, caratterizzato da profonde trasformazioni sociali, politiche e militari: la Rivoluzione dei Boxers, la nascita della Repubblica Popolare Cinese e la fine dell'Impero. A lui, che ebbe un grande ruolo nel Consiglio Plenario di Shanghai, va il merito di essere stato propulsore del risveglio missionario, della ricostruzione delle scuole, della stampa, degli ospedali, degli orfanotrofi, dei Seminari regionali per il clero indigeno, dei Conventi, dei Noviziati e studentati per le vocazioni alla Chiesa e all'Ordine. Vescovo dello Shansi, Visitatore apostolico dello Shensi, membro della Conferenza Nazionale per la formazione cristiana della gioventù, Presidente del Congresso delle varie Congregazioni cristiane operanti in Cina, per l'ammirabile carità, per lo zelo e le conversioni operate fu annoverato dal Papa tra i Vescovi Assistenti al Soglio Pontificio e decorato dal Governo italiano dell'"Ordine della Spiga d'oro".È una di quelle anime straordinarie che ha lasciato un ricordo indelebile di bontà e di saggezza. In 40 anni di episcopato ha scritto pagine d'oro nella storia di una delle più gloriose chiese locali della Cina: Taiyuanfu. Oltre al ruolo fondamentale del suo servizio pastorale, egli ha impresso tracce indelebili nella realizzazione di edifici per il culto (la grande Cattedrale di Taiyuanfu, simbolo e segno della sua Fede), l'istruzione e la carità che rivelano il suo zelo. L'amore ai poveri, ai malati, agli emarginati gli suggerivano sempre nuove iniziative: 2 orfanotrofi, 2 gerontocomi, un ampio e ben attrezzato ospedale, dispensari disseminati in ogni angolo della Missione sono espressioni concrete di questo amore. Convinto che la scienza aiuta a crescere e a consolidarsi, eresse e sovvenzionò numerose scuole di vario livello, aperte a cristiani e pagani. Profondo della sua attività pastorale era l'intensa vita spirituale. Profondo conoscitore delle scienze economiche, era considerato un autentico maestro da tutti i suoi confratelli nell'episcopato di Cina. Il motore conoscitore della Teologia, del Diritto, della Patristica era un appassionato studioso della storia della Chiesa, delle cui alterne vicende trovava luce e coraggio per superare le difficoltà che incontrava nell'espletamento del suo servizio pastorale. A questo esperto in umanità e spirito evangelico seguirà immancabilmente nel vasto scacchiere cinese,la nuova fioritura, una rinnovata giovinezza della Chiesa nel momento stabilito dalla Provvidenza.

Si ringrazia il Frate Francescano Salvatore Zavarella per la preziosa disponibilità.

NUNZIO DI RIENZO

 
 
 
 
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