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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il comune di San Mango Piemonte ricorda la tragedia di Balvano del 1944.
 Il prossimo 9 maggio, alle ore 18:00, nell’aula consiliare “E.Sguazzo”.
 
La sciagura del treno 8017 (3 marzo 1944) che prende il nome dal numero del treno coinvolto ma è conosciuta anche con il nome di “disastro di Balvano”, è il più grave incidente ferroviario della storia d’Italia per numero di vittime. Il treno merci speciale 8017, partì da Napoli nel primo pomeriggio con destinazione Potenza: il treno era molto lungo, perciò venne dotato di una locomotiva elettrica molto potente fino a Salerno, stazione in cui venne sostituita da una macchina a vapore per poter percorrere il tratto dopo Battipaglia, non elettrificato, dove arrivò poco dopo le 6 del pomeriggio. Alle 19:00 del 2 marzo 1944 partì dalla stazione di Battipaglia in direzione Potenza. Il treno era composto da 47 vagoni e 2 locomotive per superare le pendenze, dato il ragguardevole peso di 520 tonnellate. Come tutte le locomotive dell’epoca ,entrambe le macchine erano a cabina aperta, alimentate a carbone spalato da fuochisti e controllate da un macchinista. Sul treno salirono centinaia di viaggiatori clandestini provenienti soprattutto dai grossi centri del napoletano, stremati dalla guerra, che nei paesi di montagna lucani speravano di poter acquistare derrate alimentari in cambio di sigari e caffè distribuiti dagli statunitensi. Sul treno erano presenti anche alcuni ragazzi. Alla stazione di Eboli alcuni abusivi vennero fatti scendere ma più numerosi ne salirono alle stazioni successive, fino ad arrivare ad un numero di circa 600 passeggeri. Il treno arrivò circa a mezzanotte alla stazione di Balvano-Ricigliano, dove le locomotive ricevettero la normale manutenzione causando un accumulo di 37 minuti di ritardo, e da lì alle 0:50 del 3 marzo ripartì per un tratto in notevole pendenza con numerose gallerie molto strette e poco areate. Sarebbe dovuto arrivare a Bella-Muro Lucano venti minuti dopo , ma alle 2:40 non era ancora stato segnalato. Nella Galleria delle Armi la locomotiva cominciò a slittare e il treno rimase bloccato, senza riuscire ad uscire dalla galleria. Questo tunnel è una piccola galleria posta tra Balvano e Bella-Muro Lucano, che si estende per 1968 metri con una ripidità media del 12,8% con punte del 13%. Il treno si fermò a 800 metri dall’ingresso, con i soli ultimi due vagoni fuori. Gli sforzi delle locomotive per riprendere la marcia svilupparono grandi quantità di monossido di carbonio e acido carbonico, facendo presto perdere i sensi al personale di macchina. In poco tempo anche la maggioranza dei passeggeri ,che in quel momento stavano dormendo, venne asfissiata dai gas tossici che, in assenza di vento, potevano uscire dalla strettissima galleria solo tramite il piccolo condotto di aerazione. L’unico fuochista che sopravvisse, Luigi Ronga, dichiarò che il macchinista suo compagno, Espedito Senatore,prima di svenire tentò di dare potenza per superare lo stallo e cercare di uscire dal budello. Le condizioni della  macchina n.476 indicano che invece il suo personale, il macchinista Matteo Gigliano e il fuochista Rosario Barbaro, tentò di invertire la marcia per retrocedere. La posizione dei treni e dei comandi confermò in seguito questo racconto. Oltre al fuochista si salvò anche il frenatore del carro di coda, Giuseppe De Venuto, che alle ore 5:10 riuscì ad avvisare la stazione di Balvano che nella galleria era presente un treno con numerosi cadaveri a bordo. Il capostazione del posto di Balvano, dispose una ricognizione alla galleria indicata: ai soccorsi arrivati sul posto la situazione apparve subito molto grave, al punto da non poter rimuovere il convoglio a causa dei corpi abbandonati anche sulla banchina. Con l’arrivo di una seconda squadra di soccorso, alle ore 8:40 venne liberata la tratta e il treno finalmente recuperato. Il bilancio della tragedia è ancora oggi impossibile da accertare e oggetto di controversie: quello ufficiale parlava di 501 passeggeri, 8 militari e di 7 ferrovieri morti, ma sicuramente i morti furono oltre 600. Molte vittime tra i passeggeri non vennero riconosciute. Furono tutti allineati sulla banchina della stazione di Balvano e poi sepolti senza funerali nel cimitero del paesino, in quattro fosse comuni. E’ la più grave sciagura ferroviaria italiana ed europea, e una delle più gravi al mondo. All’incontro di San Mango Piemonte interverranno, tra gli altri, i Sindaci di San Mango Piemonte e Balvano, relatore il ricercatore Gianluca Barneschi, conclusioni di Enzo Esposito, docente presso l’Università degli Studi di Salerno. (Ricerca di Luca Liguori).

 
 
 
 
Pontecagnano Faiano
San Cipriano Picentino
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