“L’Istituto Lavinia Cervone e la città di Campagna tra cronaca e storia”.
E’ questo il titolo del libro scritto da Carlo Mirra, edito dalla casa editrice Nuovo Studio Tecna Srl di Roma, che verrà presentato il 9 marzo 2008, alle ore 11, a Campagna presso l’Aula Consiliare a Palazzo di Città (Largo della Memoria, 1) ed il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza, oltre che allo stesso Istituto Lavinia Cervone, alle Onlus La casa per la vita di Battipaglia e A.R.A.O.RA (Associazione per la Ricerca e l’Assistenza Ottimizzate in Radioterapia) con sede nella capitale.
L’opera, dedicata all’ente educativo-assistenziale “Lavinia Cervone”, al quale l’autore è stato legato da un rapporto ultratrentennale, abbraccia il periodo che va dalla fondazione, avvenuta a Campagna il 28 agosto del 1889 con l’arrivo delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, ai giorni nostri. Particolare attenzione è rivolta alle attività poliedriche ed insostituibili svolte da religiosi e laici della benemerita Pia Opera, al contributo dei numerosi benefattori e all’opera di ricostruzione dell’Istituto, all’indomani del terremoto del 23 novembre 1980, grazie al Sovrano Ordine Militare di Malta, intervenuto in nome e per conto di alcuni comitati internazionali e, soprattutto, di quello australiano.
Nel corso della narrazione l’autore traccia il profilo di tutti coloro che hanno reso possibile un cammino che dura da centodiciannove anni, “spolverando” dalla patina del tempo trascorso documenti originali, opere letterarie e vecchie fotografie, attraverso cui è stato possibile effettuare una ricostruzione puntuale e cronologica di eventi e personaggi del passato e dare vita ad una sorta di galleria morale di uomini e donne, liberamente tratti dalla sua personale memoria e dalla cronaca più o meno recente della città di Campagna.
Cronaca alla quale Carlo Mirra, medico stimato e campagnese doc, decide di dare un personale ed inedito contributo, anche se solo apparentemente non strettamente attinente alla trattazione, rivelando alcuni fatti di interesse storico-documentario.
Vengono così descritti dall’autore, testimone di quel periodo coevo al secondo conflitto mondiale, anche alcuni episodi locali che si sono intrecciati inevitabilmente a vicende nazionali - dalla deportazione degli ebrei nei campi di concentramento al trattamento loro riservato dalle autorità locali nel Complesso dell’ex monastero di San Bartolomeo; dal fondamentale ruolo del Vescovo di Campagna, Mons. Palatucci, e di suo nipote, Giovanni Palatucci, Questore pro tempore di Fiume, nell’azione di salvezza di un gran numero di ebrei, internati nel lager cittadino, dalla deportazione e dal prevedibile sterminio ad opera dei nazisti alla mediazione svolta, per ragioni umanitarie, dal locale Segretario politico del Fascio con le consequenziali ripercussioni da lui subite sul piano giudiziario; dalla ricostruzione del tragico bombardamento del centro storico, avvenuto il 17 settembre 1943 e in cui rimasero vittime alcune centinaia di cittadini, in fila per la distribuzione della razione giornaliera del pane, al fallito attentato a Mons. Palatucci durante campagna elettorale per le elezioni politiche del 1948 – e che potranno far riflettere e, magari, anche rivedere alcuni non sufficientemente documentati giudizi “storici” su persone e vicende legate al travagliato passaggio dell’Italia dalla dittatura fascista alla democrazia repubblicana.