Un intervento dell’assessore al Lavoro del Comune di Salerno sul Piano Ospedaliero e sul Giovanni da Procida.
In questi giorni spesso sono all’Ospedale Giovanni da Procida perché mio padre è degente presso una divisione della storica struttura sanitaria. Sovente discuto con i colleghi medici e il personale del futuro dell’Ospedale, alla luce del recente Piano di ristrutturazione e riqualificazione della rete ospedaliera regionale che ha previsto la riconversione del P.O. da Procida in Ospedale del Territorio con funzione specialistica riabilitativa e PSAUT. Perplessità, rassegnazione, speranze, dubbi, incertezze aleggiano tra i corridoi e i padiglioni dell’Ospedale. Nonostante tutto ciò, il personale continua a svolgere le rispettive mansioni con spirito di sacrificio e professionalità, e con la speranza che possa maturarsi nel breve una proposta che eviti la chiusura dei servizi. Il nosocomio è rinomato, non solo nella nostra provincia, ma anche in altre città campane e fuori regione, per il ruolo che svolge da decenni nell’ambito della diagnostica, della prevenzione e cura delle malattie respiratoria Si sono fatte diverse ipotesi per “salvare” l’Ospedale da Procida con posizioni variegate. Non si è promosso un vero dibattito sulla sanità salernitana, ma paradossalmente abbiamo assistito ad azioni di opposizione al Piano Ospedaliero operate da membri della stessa maggioranza di centro-sinistra. Sarebbe stato un atto d’intelligenza politica discuterne nelle sedi del partito, se questo fosse esistito, trovando su un tema essenziale per la sopravvivenza della Sanità Pubblica in Campania, una posizione unitaria. Da colloqui intercorsi ieri con un Dirigente medico che mi elencava i variegati servizi (broncopneumologia, tisiologia, allergologia, oncologia, riabilitazione, medicina di comunità, diagnostica, radiologia, ambulatori polispecialistici ecc.) offerti dalla struttura sanitaria e mi ha ricordato che l’Ospedale è riferimento tra l’altro per la diagnostica e la cura della tubercolosi. Per questa patologia, i pazienti sono indirizzati alla struttura da diverse province limitrofe e sovente anche dall’Azienda Ospedaliera di Salerno. Questa malattia non è per nulla in regressione, anzi è in continuo aumento in Italia anche per l’incremento di flussi immigratori di extracomunitari. Oltre all’Ospedale Monaldi non esiste in Campania un ospedale specializzato per quest’affezione. Perché non considerare, con i dati statistici attuali e la pluriennale esperienza del personale, la possibilità di avere un adeguato numero di posti letto sufficienti per le esigenze non solo della provincia ma anche della nostra regione? Mi sembra che nessun abbia avanzato qualche proposta in tal senso. Questa ipotesi percorribile unitamente ad altre formulate da tecnici esperti potrebbero essere proposte nell’ambito della discussione monotematica che avverrà in consiglio regionale. La politica deve rappresentare le domande del territorio ma ahimè i partiti dove sono ? Le forze politiche hanno espresso attraverso loro rappresentanti ipotesi di percorsi che appaiono più enunciazioni estemporanee e individuali che frutto di vera discussione democratica e decisionale all’interno dei partiti. Non c’è stato un pieno coinvolgimento degli addetti ai lavori che in tempi rapidi avrebbero dato un loro contributo propositivo per l’elaborazione di una dettagliata proposta tecnica. Non tutto è perso, bisogna adoperarsi in tempi rapidi. Il Vice presidente della Regione On. le Antonio Valiante , infatti, ha affermato nei giorni scorsi che “…se ci sono ipotesi migliorative compatibili, si possono adottare….“ . E’ il momento di abbassare i toni ed evitare sterili polemiche. Amministratori, istituzioni, partiti, addetti ai lavori ,forze sindacali e rappresentanti dei cittadini adoperiamoci per proporre una articolata proposta migliorativa al Piano Sanitario Regionale che possa scongiurare la chiusura del Presidio Ospedaliero G. da Procida.
Luciano Conforti -Assessore al Lavoro Comune di Salerno