Il
CASO INCENERITORE (pagina
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Nella
città del Giffoni Film Festival che si
è da poco concluso, senza infamia e senza
lode, si sta girando un nuovo film. Titolo: L’
INCENERITORE. Scritto e diretto da Ugo Carpinelli,
sindaco di Giffoni Valle Piana, che si è
candidato ad ospitare un impianto di termovalorizzazione.
E’ un'idea potente (e angosciante) che sta
dividendo l’opinione pubblica del Picentino.
Non si tratta di una provocazione o di un’avventura.
Il sindaco fa sul serio. Su questo ormai non ci
sono più dubbi. Il primo ciak è
stato girato nel Comune di Brescia, retto da un
sindaco diessino, Paolo Corsini,dove in pieno
centro si trova un termovalorizzatore Asm che
il Nostro vorrebbe far visitare alle scolaresche
di Giffoni come fosse il Louvre. In tutto il Comprensorio
non si parla d’altro. L’inceneritore
è l’argomento del giorno. E quello
di Brescia è diventato una star mediatica.
Tutto è ancora allo stato preliminare,
non si è entrati ancora nel merito e nei
particolari del progetto. E’ chiaro che
sarà, comunque, un’impresa difficile.
L’importante è crederci. La “folle-geniale
” idea di Carpinelli, intanto, ha lasciato
il segno. Mentre ad Acerra infuriava la battaglia
contro il termodistruttore imposto dal commissario
per l’emergenza rifiuti Corrado Catenacci
e dal governo, e in una fase in cui la gente alza
le barricate ed occupa le stazioni ferroviarie,
l’auto-candidatura “ controcorrente”
di Carpinelli si è inserita nel flusso
mediatico della vertenza rifiuti conquistando
intere pagine di importanti quotidiani e settimanali
a tiratura nazionale. C’è poco da
dire su quest’ aspetto. E’ la miscela
sapiente di suggestioni “culturali”
diverse e di affinate tecniche di comunicazione
spettacolare. Dunque dopo l’impianto di
tritovagliatura e le ecoballe di Sardone, Carpinelli
reclama anche un termovalorizzatore (o inceneritore
che dir si voglia…). Tutto è ormai
possibile ed immaginabile in una visione di questo
territorio che contempla un Parco regionale dei
Picentini che muove i primi passi ed un inceneritore,
il business dei rifiuti e la valorizzazione dei
prodotti tipici, i grossi affari con lo sviluppo
eco-sostenibile. E’ possibile presentare
un termovalorizzatore alla stregua di una risorsa
per il territorio, una specie di bene culturale?
Come il Convento di San Francesco. Per Ugo Carpinelli
sì. Tutto è possibile. Poco importa
il fatto che in un Parco non può essere
installato un termodistruttore, attività
incompatibile con la tutela ambientale. Non si
può fare un Parco che, per definizione,
dovrebbe essere una zona dove la natura è
tutelata e subito si trova il modo di manometterlo.
Invece sarebbe il caso di mettere mano con l’istituzione
del Parco dei Picentini ad un processo di riqualificazione
del contesto ambientale, compromesso dalla presenza
di cave, di discariche controllate e di siti da
bonificare, e dalla minaccia di una centrale termoelettrica
e di un metanodotto che dovrebbe attraversare
le montagne del Picentino. Il che ci autorizza
a pensare che i Ds del Picentino non hanno un
quadro preciso e univoco dei propri interessi
nel settore dell’ambiente, come ha dimostrato
lo sporco affare della riforestazione. Oppure
c’è l’hanno e noi non lo abbiamo
ancora capito. Perché un Sindaco la cui
capacità amministrativa è indiscutibile,
accarezza un sogno e un'urgenza che non risponde
ai bisogni e alla necessità della gente
che vuole vivere senza patemi d’animo e
che vede questa opzione del termovalorizzatore
come una nube minacciosa all’orizzonte.
E’ un indirizzo politico incoerente e a
tratti schizofrenico.
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