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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Il CASO INCENERITORE (pagina 3)

La “folle” idea di Ugo Carpinelli e il “modello” Brescia
La proposta di Ugo Carpinelli ha sortito un effetto di trascinamento anche nel linguaggio di tutti i giorni. La gente comune è stata costretta ad informarsi sul significato di termini come Cdr, Diossina, Termovalorizzazione, Riciclaggio, Differenziata, che sono entrati a far parte del lessico quotidiano di molte persone. Ma sono ancora tantissimi quelli che non sanno neanche di cosa si parla, di quanti interessi sono in gioco, di che cosa è e come funziona un termovalorizzatore; intanto è in corso (merito di Carpinelli ) un processo di alfabetizzazione di massa di cui pochi avvertivano la necessità. In queste settimane in cui si prospettano scenari apocalittici e si pongono domande anche isteriche sul futuro di questo territorio, la navigazione su Internet non conosce soste e il sito web più cliccato del momento è, senza dubbio, il sito ufficiale del Comune di Brescia. Abbiamo “navigato” anche noi. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Intanto segnaliamo subito una notizia importante sul termovalorizzatore Asm di Brescia.
L’iniziativa della Commissione europea, che ha formulato all‘Italia un “parere motivato” sulla terza linea dell’inceneritore di Brescia in seguito a un ricorso presentato dal Comitato ambiente Città di Brescia. L’Unione europea ha cioè richiesto una valutazione di impatto ambientale che finora non è stata mai prodotta. Riportiamo la notizia apparsa su un quotidiano, in cronaca regionale.Titolo: “Impatto ambientale, la UE boccia l’impianto di Brescia”.
“Sotto accusa la terza linea del termoutilizzatore di Brescia, il più grande d’Europa, che dovrebbe termodistruggere e trasformare in energia elettrica 250mila tonnellate di rifiuti in aggiunta alle due linee già in funzione dal 1995, che ne “lavorano” ben 450 mila.Ma la costruzione è andata avanti in mancanza assoluta di una VIA(Valutazione di Impatto Ambientale) Di fatto, Bruxellex “ricorda” all’Italia di dover obbligatoriamente procedere, prima di rilasciare qualsiasi autorizzazione per l’incenerimento dei rifiuti, alla valutazione dell’impatto degli impianti con l’ambiente circostante e di darne la massima pubblicità ai cittadini altrimenti “ha l’obbligo di risarcire tutti i danni causati dalla mancata valutazione”. Dal canto suo l’Asm ha precisato che la VIA non è stata eseguita precedentemente” perché non obbligatoria secondo le leggi italiane”
Va ricordato per chi non lo sapesse, che a Brescia i problemi di natura ambientale e sanitaria sono gravissimi. La qualità della vita soffre di pesanti fenomeni di inquinamenti ambientali per la presenza di industrie chimiche, fonderie e acciaierie. Le Ordinanze contingibili e urgenti di carattere sanitario del Sindaco Paolo Corsini sono innumerevoli. Eccone una emblematica dello stato di cose.
Con ordinanze sindacali n.7374/ 02,n.8024 e n.1751/02 2002 e n. 25809 del 30.6.2003 valide fino al termine del 30 giugno 2004 sono stati imposti fino al termine del 23.8.2002 alcuni limiti all’utilizzo di una porzione del territorio comunale, nel quale si è verificata la presenza di valori PCCD e PCDF(diossine e furani) oltre i limiti previsti dalla normativa vigente(DM.25.10.1999 n.471).Con la Legge 31.7.2002 n.179 un’intera area agricola del Comune di Brescia (Brescia-Caffaro) è stata inserita tra i siti inquinati di interesse nazionale. L’emergenza coinvolge 213 ettari di area cittadina in cui abitano 1.700 famiglie (ovvero 3.300 persone).Nel terreno l’inquinamento da Pcb arriva a superare di 11mila volte quello consentito, le diossine fino a 200 volte e il mercurio fino a 29 volte. Il sindaco Paolo Corsini ha dovuto emettere, secondo le stesse fonti provenienti dal Comune, ” divieti che segnano la fine dell’attività agricola in quest’area, ma toccano anche orti, giardini e gioco dei bambini all’aperto”. Secondo il responsabile dell’Arpa-Lombardia, “ Brescia sta diventando un laboratorio nazionale su queste tematiche”. L’aria che si respira a Brescia contiene Pcb e sostanza inquinanti, secondo l’assessore all’ambiente, il Verde Ettore Brunelli che difende, per la verità, però a spada tratta l’inceneritore di Brescia. L’imputato in questo caso “non va individuato nel termoutilizzatore dell’Asm ma nelle acciaierie e nel traffico”.
A proposito di diossina, anche a costo di correre il rischio di essere iscritti nel partito dei “terroristi ambientali” dagli studi finora effettuati risulta che le fonti principali di diossina sono gli Inceneritori di rifiuti urbani 26%- Fonderie 18%-Inceneritori di rifiuti ospedalieri 14%-Attività metallurgiche non legate al ferro 4%.Il restante 38% è dovuto agli impianti di riscaldamento domestico a legna (trattata).” Le sostanze inquinanti emesse sotto forma gassosa da un impianto di incenerimento si diffondono inevitabilmente nell’aria. In realtà il problema non è solo circoscritto all’area attigua all’impianto, in quanto le particelle solide, i composti organici (come la diossina) possono essere trasportate per mezzo di correnti aeree anche a notevole distanza dalla fonte di emissione e solo il 2% della diossina dispersa nell’aria si deposita nel terreno circostante l’inceneritore mentre la maggior parte viene trasportata anche a grandi distanze.

Quantità di diossina generata da un moderno inceneritore.
La Comunità Europea, al fine di contenere l’emissione di diossina, ha stabilito il limite di emissione degli inceneritori a O, 1 nanogrammi al metro cubo, concentrazione da 10 a 100 volte inferiore a quella delle vecchie strutture. Si mostrerà adesso che con i limiti imposti dall’OMS, non è tuttavia sufficiente a garantire la salute umana. Prendiamo in esame un inceneritore tipo che tratta 800 tonnellate al giorno di rifiuti . Per leggi chimico - fisiche, legate alla necessaria presenza di ossigeno affinché avvenga il processo di combustione, l’inceneritore emetterà 210.000 metri cubi di fumi all’ora!Lasciamo al lettore le considerazioni del caso.

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Inchiesta pubblicata dal periodico "Promemoria" nel mese di settembre del 2004
 

 

 
 
 
 
 
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