IL
CASO INCENERITORE
di Walter Brancaccio
Perché siamo contrari al termovalorizzatore
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Un’ alternativa
1)
riduzione dei rifiuti a monte,attraverso una forte
tassazione disincentivante degli imballi da consumo
(buste,bottiglie e contenitori di plastica usa
e getta) e con l’incentivazione diretta
e indiretta del sistema del “vuoto a perdere”;
2) intensa attività di raccolta differenziata,resa
realistica e possibile proprio dalla riduzione
dei rifiuti,da attuarsi con il sistema “porta
a porta” e da sostenere attraverso una impostazione
premiale e incentivante dei contributi,da parte
della regione,alle amministrazioni comunali che
raggiungono gli obiettivi fissati di raccolta;
3) realizzazione di un sistema integrato di riciclaggio(carta,vetro,plastica,metalli,verde
e umido),che abbia una articolazione provinciale
e di comprensorio ed un controllo generale da
parte della regione;
4) conferimento del residuo indifferenziato secco
in impianti di piccole dimensioni,diffusi sul
territorio , con impatti ambientali sopportabili
e il consenso della popolazione.
5) Proponiamo inoltre una più coraggiosa
scelta a favore delle “tecnologie dolci”
di smaltime nto, come per esempio le tecnologie
della pressurizzazione a freddo e della massificazione,anche
al fine di verificarne le concrete potenzialità.
6) Pure i gassificatori, per dirne una,producono
energia elettrica. La differenza con i termovalorizzatori
risiede tanto nella assoluta assenza di emissioni,
quanto nelle dimensioni: esisterebbero infatti
impianti modulari da 5.000,25.000,100.000 abitanti
e adesso sarebbero in corso di realizzazione impianti
per 500 abitanti,per permettere lo smaltimento
finale addirittura “strada per strada”
e anche in piccolissimi comuni o nuclei abitati.
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Inchiesta
pubblicata dal periodico "Promemoria"
nel mese di settembre del 2004 |
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