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Registrazione Trib. di Sa n°22 del 07.05.2004
 
 
 
 
 
 
 
 
 

IL CASO INCENERITORE
di Walter Brancaccio


Perché siamo contrari
al termovalorizzatore
(pagina 3)


Al di là delle aspirazione di grandeur di Carpinelli e della sua abilità diabolica di annusare sempre un nuovo odore di soldi ( “per la grande famiglia dei giffonesi”,giura ) non c’è chi non avverta la presenza di un inceneritore di rifiuti come un corpo estraneo inserito in un contesto che conserva un alto valore paesaggistico e ambientale su cui hanno scommesso e investito operatori economici di spessore come ad esempio Silvia Imparato dell’azienda agricola che produce il celebre vino rosso di Montevetrano.
• Troppi interessi e troppi soggetti ruotano intorno al business dei rifiuti. E’ chiaro quindi che non si tratta di un' operazione di secondo rango. La vicenda - visto l’argomento - “puzza”. Poi c’è il forte dubbio che questa scelta sottende la sostanziale accettazione di linee direttrici di sviluppo di questo territorio che vengono indicate dall’esterno, da Napoli e da Salerno in particolare. Se cosi è si vuole “prostituire un territorio” per motivi di mera opportunità economica? Si vuole condannare questa terra al rischio della diossina, delle polveri, al morso feroce di centinaia di camion che trasporteranno rifiuti da ogni angolo della Campania per poi bruciarli col rischio di avvelenare l’aria, il suolo, i prodotti agricoli? Si vuole consegnare una pezzo di questo territorio “annettendolo” a Salerno facendolo diventare una periferia degradata al servizio degli interessi di De Luca, De Biase, Bassolino? Non è così che si tutelano gli interessi del territorio e della collettività. Se così non è una classe dirigente seria non si muove in base ad egoismi personali.
• Perché invece di preoccuparsi dei sacchetti dell’immondizia in mezzo alle strade di Salerno il ceto politico diessino di questa provincia compresi la deputazione regionale e nazionale non conduce una battaglia a tutto campo che porti alla rescissione del contratto con la FIBE, a cui il commissariato di governo non solo ha delegato la realizzazione, ma anche la definizione delle caratteristiche e la localizzazione degli impianti, e cioè non solo la fase attuativa ma anche quella politico-progettuale. Il piano regionale di smaltimento dei rifiuti in Campania, basato appunto sull’incenerimento mostra la corda. Lo dimostrano il sequestro dei 7 impianti di CDR da parte della magistratura ; la FIBE di Cesare Romiti non è stata in grado di gestire neanche la fase iniziale del ciclo di smaltimento.
• La risorsa rifiuti che produce la Campania è diventata un grosso affaire per le imprese del Nord che non solo ne traggono grossi profitti (dalla nostra “mutezza”! ) ma vi sversano rifiuti tossici e nocivi in discariche legali e illegali . La “doppia rapina” contro il Sud dei grossi gruppi industriali e finanziari nordisti è una grande questione regionale che andrebbe affrontata e risolta in un’ottica meridionalistica.
• Il problema dei rifiuti (vasta e complessa materia )va risolto con politiche che si basano su una riduzione a monte della produzione dei rifiuti, sul riuso e il riciclaggio, sulla raccolta differenziata.
• Il sindaco di Giffoni è l’unico Sindaco della Campania che ha dato la disponibilità ad ospitare un inceneritore (o l’ennesimo carico di letame, fate voi). Vuoi vedere che alla fine invece di Giffoni Multimedia Valley che non si capisce ancora bene cosa sia ,ci ritroveremo con una “ Trash Valley ”? E’ un bel salto, (nel buio) non c’è che dire. Questo territorio si appresta domani a cambiare pelle e identità?
• L’inceneritore non è il futuro, la modernità e il progresso ma è un anacronistico e spesso obsoleto relitto della civiltà industriale.Va bene a Brescia in mezzo alle fonderie e alle acciaierie non nel cuore “verde” dei Picentini.

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