IL
CASO INCENERITORE
di Walter Brancaccio
Perché siamo contrari
al termovalorizzatore (pagina
2)
• Il termovalorizzatore non sembra in grado
di offrire tutte le garanzie sul piano dell’impatto
ambientale. Certo la questione è anche
controversa. Ci sono centinaia di studi scientifici
condotti da importanti istituiti di ricerca nazionali
e internazionali, che noi abbiamo incominciato
a leggere, che presentano l’inceneritore
(o termoutilizzatore, come lo chiama Ugo Carpinelli)
come un eco-mostro o l’unica soluzione per
risolvere definitivamente il problema dell’emergenza
rifiuti. C’è chi lo difende e chi
lo demonizza. Un fatto è certo: non elimina
le discariche, come si vuol far credere, e le
ceneri sono destinate a filtrare nell’aria
e nelle falde acquifere. I rifiuti bruciano poco
e male e in un territorio dove la raccolta differenziata
ha ancora percentuali basse (se si esclude San
Cipriano e Sei Casali) nell’inceneritore
rischia di andarci di tutto e di più. Anche
le ecoballe. Credo che non ci sia un solo esponente
dei Ds che non sappia che un inceneritore comunque
inquina.
• Il decreto Ronchi, che disciplina in Italia
lo smaltimento dei rifiuti, prevede come soluzione
migliore il reimpiego e il riciclaggio mentre
cita la combustione dei rifiuti come soluzione
estrema;
• L’impiego e la distribuzione delle
risorse è un rebus.
• Per quanto attiene, poi, al numero dei
dipendenti l’inceneritore non può
essere considerato uno sbocco, una valvola di
sfogo, non si può prevedere nemmeno un
posto di lavoro in più rispetto all’attuale
dotazione del personale attualmente in servizio
presso la discarica di Sardone. Si tratta di impianti
che hanno bisogno di pochi dipendenti e di manodopera
altamente specializzata.
• Poi bisogna tener ben presente che la
realizzazione di un inceneritore è destinata
ad incidere in maniera determinante sul mercato
della domanda e dell’offerta di alloggi.
Perchè gli immobili in un raggio di 30
chilometri saranno deprezzati/ svalutati e varranno
sempre di meno. Non è affatto casuale che
contro il termovalorizzatore di Acerra è
scesa in campo anche l’associazione dei
costruttori. E’ possibile ipotizzare anche
un scenario in cui mentre in questo territorio,
che si “gonfia” di abitanti provenienti
da Salerno ed in pratica da tutta la Provincia,
un abitazione resta ambita per vari motivi (il
caso della frazione di Campigliano è emblematico
) questo meccanismo potrebbe incepparsi se non
fermarsi del tutto.
• I problemi connessi all’insediamento
(“costi sociali” e costi del sistema
di infrastrutture e servizi) costituiranno un
grosso onore per la collettività mentre
è tutto da verificare il rapporto costi-benefici.
•
L’inceneritore mostra la trama delle politiche
centralistiche volute dai Ds per esercitare il
controllo clientelare del territorio e più
ancora finanziario di tutto il “processo”
dei rifiuti accentrato in un unico terminale in
mano ad una sola persona o a una ristretta oligarchia.
Tutta l’economia diffusa che ruota intorno
ai rifiuti andrà in crisi e non è
affatto scontato che la camorra che già
controlla le ditte di trasporto non avrà
più voce in capitolo.
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